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kaufmann repetto is delighted to announce Pae White’s fifth solo exhibition at the gallery. Continuing in her exploration of diverse materials, techniques and media, …and then you know what? presents two site-specific installations along with a large scale sculptural work that reconfigure the gallery’s architecture, while playing with themes of tradition and history.
For her exhibition …and then you know what?, the artist presents an installation of four new tapestries that immortalize ephemeral objects in the attempt to render them, “something different from themselves.” The tapestries are part of a series originally developed for her 2013 solo exhibition at MAK in Vienna, where the artist responded to the museum’s renowned collection of applied arts. The monumental tapestries are woven entirely from metallic threads, which create an almost dematerialized surface. Here, the source image was a photograph of antique Japanese fabric samples that is transformed into a lustrous, mosaic-like weave, with a scale that recalls 16th century models of the genre.
Using again the collection of MAK in Vienna as a point of departure, Pae White develops a chess game composed of various toys and figurines. The figures are inspired by those the artist found in the MAK’s archive. After a series of edits, Pae White sent the images of the found objects to fabricators around the globe. In places as diverse and distant as Lithuania and Ethiopia, the artists invited artisans and craftworkers to reinterpret these forms, reviving nameless, unattributed, and forgotten objects with new life and eliciting an array of cross-cultural and formal interpretations.
In the second room of the gallery, the artist presents an installation made of 540 neon, originally conceived for the London Underground Station of Gloucester Road. The initial project––composed of over 2,000 tubes of neon–– has been reconfigured through a randomizer that adapted and transformed the installation within the gallery space. The project, conceived as a sort of light therapy to offset seasonal affective disorder, refers formally to ornamental motifs from a mythical magic carpet. Hued in different gradations of white that simulate the effects of daylight, the neon installation creates a joyful “light room” in which visitors can immerse themselves.
kaufmann repetto è lieta di annunciare la quinta mostra di Pae White in galleria. Proseguendo una ricerca che utilizza diversi materiali, tecniche e media, in …and then you know what? Pae White presenta due installazioni site-specific e un lavoro scultoreo che riconfigurano lo spazio della galleria, giocando al tempo stesso con temi legati alla storia e alla tradizione.
Per la mostra …and then you know what?, Pae White presenta un’installazione composta da quattro nuovi arazzi che immortalano oggetti effimeri nel tentativo di renderli “qualcosa di diverso da se stessi”. Gli arazzi, parte di una serie inizialmente ideata da Pae White in occasione della mostra personale al MAK di Vienna (2013), rispondono alla rinomata collezione di arte applicata del museo. Questi arazzi monumentali, intessuti interamente in filo metallico, ci presentano una superficie a tratti dematerializzata: qui la fonte dell’immagine, una fotografia di antichi campioni di stoffa giapponese, è trasformata da una splendente tessitura che rievoca il tema del mosaico, riproposta in una scala simile a quella degli arazzi seicenteschi.
Utilizzando la stessa la collezione come punto di partenza, Pae White sviluppa una scacchiera composta da vari giocattoli e statuette, ispirati ai suppellettili scoperti dall’artista negli archivi del MAK. Dopo un’attenta selezione, l’artista ha inviato le immagini degli oggetti trovati a numerosi artigiani sparsi in giro per il mondo, in luoghi tanto diversi quanto distanti come la Lituania e l’Etiopia, invitando fabbricanti e artigiani a reinterpretare tali forme. Il risultato restituisce nuova vita ad oggetti anonimi, sconosciuti e dimenticati, facendo scaturire un’ampia varietà d’interpretazioni formali e interculturali.
Nella seconda ala della galleria, l’artista presenta un’installazione composta da 540 neon, inizialmente concepita per la stazione della metropolitana londinese di Gloucester Road. Il progetto originale – composto da oltre 2.000 elementi – è stato qui trasformato mediante un programma ne ha riconfigurato casualmente la disposizione, riadattandola agli spazi della galleria. Il progetto, ideato come una sorta di fototerapia per compensare i disturbi stagionali dell’umore, si ispira formalmente ai motivi di un mitologico tappeto volante. Irradiando diverse gradazioni di bianco, tese a simulare gli effetti della luce del giorno, l’installazione si presenta come una gioiosa camera luminosa in cui lo spettatore può immergersi.